Difficile se non impossibile non occuparsi di vino quando hai un cognome come Beaufort e sei sposata con uno dei figli del più carismatico ed alternativo vignaiolo della Champagne.
Alice e Quentin Beaufort, terzo figlio del grande Jacques, hanno coronato il loro sogno d'amore quando, nel 2007, gli venne offerta una piccola vigna di un ettaro e mezzo a due passi dal confine della Champagne e dagli storici vigneti di Polisy che distano circa 20 km in linea d'aria.
Alice e Quentin Beaufort, terzo figlio del grande Jacques, hanno coronato il loro sogno d'amore quando, nel 2007, gli venne offerta una piccola vigna di un ettaro e mezzo a due passi dal confine della Champagne e dagli storici vigneti di Polisy che distano circa 20 km in linea d'aria.
Siamo in Borgogna, ai limiti della Côte d'Or, ma ad Alice e Quentin la cosa non spaventa, anzi, sono felici di lavorare all'interno di una legislazione più flessibile rispetto a quella dello Champagne ma, al tempo stesso, sono anche consapevoli che quella piccola vigna che hanno acquisito, e che oggi si è estesa raggiungendo circa 9 ha, ha un grandissimo potenziale visto che si trova all'interno di un terroir identico a Polisy, soprattutto geologicamente.
Perchè non sfruttare l'occasione per produrre, non una grande Champagne, ma un ottimo Crémant de Bourgogne?
In vigna, ovviamente, si seguono i metodi e le esperienze di casa Beaufort che prevedono la messa al bando della chimica e il solo uso di trattamenti basati su oli essenziali, aromaterapia e rame il cui impiego, così scrivono sul sito, è circa la metà di quello previsto dal disciplinare biologico.
Anche la vinificazione segue la via della naturalità: nessun uso di lieviti selezionati, batteri o enzimi, nessuna pratica di zuccheraggio, acidificazione, filtrazione e nessun controllo della temperatura. Il freddo si avrà di inverno e il caldo d'estate. Viene usato solo pochissimo zolfo.
La fermentazione avviene in botti di rovere di almeno tre anni. Dopo aver svolto la malolattica, il vino viene imbottigliato in estate, generalmente ad Agosto, per permettergli di eseguire la seconda fermentazione a cui segue sempre un dégorgement "à la volée".
Fatta questa opportuna premessa che ben inquadra il contesto in cui il vino "effervescente" è prodotto, devo ammettere che Le Petit Beaufort Brut Millésime 2010 (75% pinot nero e 25% chardonnay) che ho bevuto da Remigio mi ha davvero sorpreso, ovviamente in positivo.
Perchè non sfruttare l'occasione per produrre, non una grande Champagne, ma un ottimo Crémant de Bourgogne?
In vigna, ovviamente, si seguono i metodi e le esperienze di casa Beaufort che prevedono la messa al bando della chimica e il solo uso di trattamenti basati su oli essenziali, aromaterapia e rame il cui impiego, così scrivono sul sito, è circa la metà di quello previsto dal disciplinare biologico.
Anche la vinificazione segue la via della naturalità: nessun uso di lieviti selezionati, batteri o enzimi, nessuna pratica di zuccheraggio, acidificazione, filtrazione e nessun controllo della temperatura. Il freddo si avrà di inverno e il caldo d'estate. Viene usato solo pochissimo zolfo.
La fermentazione avviene in botti di rovere di almeno tre anni. Dopo aver svolto la malolattica, il vino viene imbottigliato in estate, generalmente ad Agosto, per permettergli di eseguire la seconda fermentazione a cui segue sempre un dégorgement "à la volée".
Fatta questa opportuna premessa che ben inquadra il contesto in cui il vino "effervescente" è prodotto, devo ammettere che Le Petit Beaufort Brut Millésime 2010 (75% pinot nero e 25% chardonnay) che ho bevuto da Remigio mi ha davvero sorpreso, ovviamente in positivo.
Il vino ha un perlage fine e persistente e presenta un profilo olfattivo inizialmente duro che son certo farà storcere il naso a quelli che.......lo champagne è più elegante. Qua, in effetti, la mineralità è prorompente, ti arriva come uno schiaffo all'improvviso e, mentre cerchi di capire cosa è accaduto, l'odore di sale ti entra nelle narici e, anzichè in Borgogna, se chiudi gli occhi pensi di essere sulla battigia della tua spiaggia preferita.
Tutto qua? Accidenti no! Infatti, quando presupponi che, nonostante tutto, il tuo Crémant de Bourgogne sia buono ma un pò troppo monotematico, arriva la frutta, pera e pesca bianca su tutte, a rendere il quadro aromatico inaspettatamente complesso smorzando certe rusticità che, col tempo, vengono ulterioremente affinate grazie all'emergere di sentori di zenzero, terra bagnata, agrumi e karkadè.
In bocca è coerente, affilato, la nota salmastra che lascia dopo averlo degludito mi fa ritornare in mente quando da piccolo, col mio solito mal di gola, mia mamma mi faceva fare gli sciacqui con acqua e sale.
Tutto qua? Accidenti no! Infatti, quando presupponi che, nonostante tutto, il tuo Crémant de Bourgogne sia buono ma un pò troppo monotematico, arriva la frutta, pera e pesca bianca su tutte, a rendere il quadro aromatico inaspettatamente complesso smorzando certe rusticità che, col tempo, vengono ulterioremente affinate grazie all'emergere di sentori di zenzero, terra bagnata, agrumi e karkadè.
In bocca è coerente, affilato, la nota salmastra che lascia dopo averlo degludito mi fa ritornare in mente quando da piccolo, col mio solito mal di gola, mia mamma mi faceva fare gli sciacqui con acqua e sale.
La cremosità del vino arriva dopo, come un onda, ad equilibrare il tutto e a farmi ritornare dal passato.
Alice nel sito del suo Domaine si scusa del fatto che vende vini troppo giovani. Parole che sono una garanzia di onestà e qualità. Se passate da Remigio cercate di comprare una bottiglia in più, una ve la bevete con Stefano e Alessandro, l'altra mettetela in cantina accanto ai veri Champagne. Vedrete che....